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2019 - lettera personaleNatale 2019

Lettera del Direttore al personale di Casa Rachele

 

Cari Colleghi,

questo tempo di Avvento sta per concludersi ed ecco intorno a noi i segni dell’imminente arrivo del Santo Natale.

In questo tempo di preparazione la nostra Casa, come da tradizione, si è vestita a festa. Ecco gli alberi sapientemente addobbati, nastri e palline come decorazioni, luci che sfavillano, canti e musiche in sottofondo. Si respira un piacevole e caloroso clima di festa, che rallegra l’animo e scalda i cuori.

Ma, a parer mio, ciò che più esprime lo spirito natalizio è il Presepe.

Ho una personale predilezione per questa tradizione. Da bambino mi divertivo a posizionare le statuine, poi, crescendo, ho imparato ad apprezzarne il valore. Dapprima gioco, poi narrazione ed infine rappresentazione della vita dell’uomo, della storia del mondo.

Guardo il Presepe e ogni volta mi stupisco per la ricchezza di emozioni e significati che in esso sono tramandati.

Avete mai pensato a quanto amore è racchiuso nel Presepe?

L’amore di una donna che, con devozione e fede incondizionata, si appresta a diventare madre. L’amore di un uomo, che accoglie un figlio non suo, perché Figlio dell’Uomo. L’amore di una nuova famiglia che sta per nascere.

Lo stesso amore che vedo quotidianamente profuso a Casa Rachele nell’assistere i nostri Cari Ospiti. L’amore di un sorriso di incoraggiamento, di una carezza gentile, di uno sguardo compassionevole, di una parola di conforto, di una mano tesa in aiuto.

Avete mai pensato a quanta fraternità è racchiusa nel Presepe?

Tutti i personaggi, così diversi tra loro eppure così simili, sono come fratelli e sorelle, accomunati dall’attesa per il compimento di un grande mistero, mossi dal medesimo ardore, desiderando il medesimo fine.

La stessa fraternità che contraddistingue le dinamiche relazionali della nostra struttura. La collaborazione, la stima, l’impegno reciproco tra colleghi, l’affetto e la cura per i nostri Cari Ospiti, il rispetto e la vicinanza ai parenti, ricreano quel clima familiare che permette a ciascuno di sentirsi parte della grande famiglia di Casa Rachele. Anche se, come in ogni famiglia che si rispetti, non mancano di certo le difficoltà.

Avete mai pensato a quante difficoltà sono racchiuse nel Presepe?

Maria e Giuseppe sono costretti a ricorrere ad un riparo di fortuna, “una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,7). I pastori invece trascorrono la notte all’aperto per badare al loro gregge. I Magi affrontano insidie e pericoli per portare a compimento il loro lungo viaggio. Ma il peso di tutte le fatiche, di tutte le difficoltà è alleviato dalla gioia per la vista di quel bimbo in fasce, capace di dare un senso e uno scopo ad ogni cosa.

Quante difficoltà ci troviamo ad affrontare qui a Casa Rachele, nello svolgimento del nostro operato! Tantissime cose da fare mentre il tempo scorre tiranno. La fatica, fisica e mentale, legata alla nostra missione. La frustrazione per i piccoli impedimenti quotidiani, la paura di non essere all’altezza, le incomprensioni, le parole mal pesate. Ma tutto sembra insignificante quando vediamo un Ospite sorridere, quando riusciamo a portare conforto, quando alleviamo la sofferenza, quando torniamo alle nostre case, al termine di una giornata lunga e faticosa, soddisfatti per il lavoro svolto.

Avete mai pensato a quanti doni sono racchiusi nel Presepe?

Ci sono i doni dei Magi: oro, incenso e mirra. Ma ci sono anche i doni di tutti gli altri personaggi venuti per adorare. Ognuno, infatti, secondo le proprie possibilità, porta in dono ciò che più lo contraddistingue. I pastori offrono in dono i propri agnellini, le donne portano ceste colme di raccolto, i pescatori donano un po’ del loro pescato. Persino il bue e l’asinello donano calore al bambinello. E poi il dono più grande: il Signore che si è fatto Uomo per abitare in mezzo a noi.

Allo stesso modo, quanti doni, sono presenti a Casa Rachele! I doni che ogni giorno offrite ai nostri Cari Ospiti, nello svolgimento delle mansioni che Vi sono proprie. La Vostra professionalità, il Vostro tempo, la Vostra cura, la Vostra dedizione, le Vostre personali qualifiche e competenze con cui, quotidianamente, portate a compimento la filosofia che contraddistingue Casa Rachele:

una struttura che, con l’aiuto di tutti, mette l’anziano al primo posto”.

Avete mai pensata a quanta speranza è racchiusa nel Presepe?

Come insegna Papa Francesco, la speranza di Betlemme, che attende il Figlio di Davide. La speranza di Maria che con il suo “Sì” si è affidata al Signore. La speranza di Giuseppe che ha creduto alle parole dell’angelo. La speranza dei pastori che confidano nella realizzazione delle promesse fatte al loro popolo. La speranza degli angeli, nel canto di lode e ringraziamento. La speranza dell’umanità tutta per la redenzione del mondo.

Il mio augurio per questo Santo Natale è che anche a Casa Rachele, si possa, contemplando il Presepe, accogliere il “seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostra storia personale e comunitaria.” Che la Speranza in Dio ci salvi e ci faccia camminare nella vita con gioia e con la voglia di fare il bene.

Buon Natale di speranza a Voi e ai Vostri cari, a nome mio, del Presidente, dei Consiglieri di Amministrazione della Fondazione R. Zitomirski e della Cooperativa Sociale Zivia.

Con i più cordiali saluti

   

IL DIRETTORE
firma dir
Mauro Vicenzi

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